Annalisa Minetti

Veloce come il vento

Annalisa Minetti

Annalisa Minetti, quest’estate, ci ha fatto sognare. È infatti riuscita a vincere la medaglia di bronzo nei 1.500 metri ai Giochi Paraolimpici di Londra 2012 e a fare il record del mondo nella categoria T11 (non vedenti). Non penso ci sia bisogno di dirvi quanto io sia felice che abbia deciso di rilasciare questa intervista a Donne Magazine. Oltre alla stima che provo per lei, credo che possa essere un esempio per tutte noi, un bell’esempio di donna che “non molla mai”. Annalisa affronta la vita con grinta e tenacia e la sua forza si legge nel suo sorriso.

1) È appena uscito il libreria il tuo libro dal titolo “Iride, veloce come il vento” pubblicato da Edizioni San Paolo, in cui racconti la tua vita. Cosa ti ha spinto a scriverlo?

La voglia di raccontarmi.

Vorrei dare forza alle persone più deboli, quelle che per qualsiasi tipo di problema si angosciano, dicendo loro che Tutto è possibile, aiutarli a vivere meglio se solo si decide di farlo.

2) Credo che questo libro possa essere di aiuto a molte donne. Lo pensi anche tu?

Assolutamente si.

La donna è un patrimonio da salvaguardare.

Io credo di rappresentare la parte femminile audace e vorrei che quello che non lo è lo fosse.

Ogni donna merita il meglio, l’amore, la serenità, la maternità……… il rispetto.

3) A Londra hai ottenuto un risultato strepitoso. Quali emozioni hai provato a pochi secondi dal “via”? Non avevi paura?

Mi sentivo una leonessa.

Nessuna paura, anzi.

Avevo la sensazione di essere un super eroe.

Avevo i brividi dall’emozione e dovunque passassero i brividi i miei muscoli diventavano più forti.

Sensazione irreale ma straordinaria.

Non vedevo l’ora di partire, fremevo.

Volevo vincere con me stessa e ci sono riuscita.

4) E sul podio, poi, come ti sei sentita? Oltre alla gioia, suppongo immensa, non hai provato un sentimento di “rivalsa” nei confronti del destino? Un “Toh, ce l’ho fatta”…

Quel momento è stato forte perché rappresenti la nazione.

Il punto più alto del mio patriottismo.

Rivalsa ?

Ho sempre dovuto dimostrare a qualcuno che si sbagliava nei miei confronti, ma senza rabbia, con i fatti.

Giudicate voi se ci sono riuscita.

5) Come ci riesci, cosa ti spinge a “non mollare mai”?

Quella è l’indole, ma non pensate che io non abbia mai momenti difficili.

Anch’io penso di mollare tutto qualche volta, ma come si dice………… non è forte colui che non cade, ma chi cade e si rialza.

Io mi sono dovuta rialzare tante volte e farei le stesse cose con la stessa forza e intensità.

6) La fede rappresenta una parte importante della tua vita. Non ti sei mai arrabbiata con Dio?

Anzi.

È sempre il mio grande punto di riferimento.

Non posso arrabbiarmi con chi mi ha dato il dono di non vedere.

Questa per me è stata una grande concessione.

Credo di essere un mezzo per lui.

Credo che attraverso la mia fede, io debba dimostrare che le sue parole possono essere ascoltate e ascoltandole si può migliorare la propria vita e quella degli altri.

Un po’ presuntuosa come affermazione ?

No. Ho notato che molti si vergognano di dire che sono credenti, invece bisogna mostrare la propria fede, perché ci rende migliori e consapevoli di essere uniti nel sacrificio come nella gioia.

7) Io mi sento una mamma imperfetta ma vera. Tu, che mamma pensi di essere?

Essere Mamma è il mestiere più difficile al mondo ma ho imparato che non si può essere perfette, questo creerebbe frustrazione a noi Mamme e insicurezza ai nostri figli.

Bisogna, invece, dare il massimo in ogni situazione.

Solo cosi possiamo non rimproverarci nulla e rendere loro indipendenti e forti.

Il vero obiettivo della nostra genitorialità.

Mi piace citare un passo di un dei miei Libri preferiti, “Il Profeta” di Gibran :

Essi non provengono da voi, ma attraverso voi,

E benché stiano con voi non vi appartengono.

Potete dar loro il vostro amore ma non i vostri pensieri,

Perché essi hanno i propri pensieri.

Potete alloggiare i loro corpi ma non le loro anime,

Perché le loro anime abitano nella casa del domani, che voi non potete visitare, neppure in sogno.

Potete sforzarvi d’essere simili a loro, ma non cercate di renderli simili a voi.

8) Ogni capitolo del tuo libro ha il titolo di un colore dell’arcobaleno.

Sì perché Iride vestiva di un velo trasparente e ogni volta che passava vicino al sole il suo vestito prendeva tutti i colori dell’arcobaleno e cosi ho avuto questa idea iniziativa che mi piaceva molto.

Grazie, Annalisa. Di cuore.

Grazie a voi.

Antonella Pfeiffer

 

 

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